Il calendario 2006

Le immagini di Vincenzo Ammazzalorso ripercorrono, anche per il 2006, le direttrici del suo lavoro improntato su tre temi fondamentali.

Nel primo, la visione rammemorante del paesaggio agrario richiama il rapporto natura-cultura (Tavola del testo) o quello paesaggistico col monte innevato (Tav. X), mentre le individuazioni tradizionali presentano l’aura poetica di un controluce con un gregge al pascolo (Tav. V) e due diverse tipologie di costruzioni di campagna in discreto abbandono: una familiare (Tav. IV), l’altra solenne nella tipicità del casale (Tav. IX).

Il secondo tema fa riferimento alla connotazione scientifica dell’autore, che presenta i maestosi tronchi dell’ulivo nelle collocazioni ambientali su terreni argillosi (Tav. III), su coltivazioni con fioriture estive (Tav. VII) o con ricchezze cromatiche infestanti (Tav. VI).

Lo stesso taglio compositivo mostra questa volta la delicata insorgenza di una cortina di rami di pioppi (Tav. XI).

Il terzo tema contemporaneo ha come carattere dominante la trasversalità di una visione materica, tutta improntata su ritmi costruttivi intensi e variegati, dove la trasparenza del bianco innevato (Tav. I) diventa immanente corposità di base (Tav. XII).

La luce si fonde invece con la materia sulle scansioni ondulate di un tramonto invernale (Tav. II) o sulle distese assolate di stoppie dopo la trebbiatura del grano (Tav. VIII).

L’elemento luministico caratterizza anche la trasversalità di un raffronto tra lo scorcio di un campo nitidamente individuato e il ritmo corrosivo delle strutture dei calanchi (Tavola di copertina).

In tutti i suoi lavori Ammazzalorso punta qui sulla visione fenomenica del paesaggio, sia quando emerge come richiamo della memoria, sia quando si staglia come presenza significante o come coscienza critica e silenziosa di una realtà in trasformazione.

Nerio Rosa

Vincenzo Ammazzalorso è nato a Teramo il 5 luglio 1948.

Laureato in Scienze Forestali, si è dedicato all'attività didattica e professionale, coltivando l'interesse per la fotografia. Le sue immagini realizzano una visione "diretta", senza alterazioni emozionali, secondo una versione della modernità che si è lasciata alle spalle sia il gusto del romantico che le prospezioni contemporanee di dissolvimento esistenziale. L'autore mostra così luoghi raccolti, dove la cura e la conservazione del reale possano lasciar sopravvivere una visione personale, scientifica e al tempo stesso partecipe del culto di una memoria.

Le illustrazioni del calendario

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