Profilo critico
Vincenzo Ammazzalorso fotograficamente si esprime in bianco e nero; è il suo linguaggio, il mezzo attraverso cui materializza le sue riflessioni: intime, autentiche, genuine. Una dimensione d’indagine – l’utilizzo della tecnica cara ad Ansel Adams – ispirata, forse, “dal contatto quotidiano con la solarità dei giovani”.
Un approccio di studio analitico e scientifico, il suo, che evoca rigore, razionalità e sperimentazione, ma anche emotività, passione e sensitività. E’ fotografo autentico Ammazzalorso; dei tre autori sicuramente il più abruzzese. Egli indaga da profondo conoscitore l’universo scelto e i dettagli che lo caratterizzano.
La sua poetica fotografica vive di particolari che l’autore sceglie tra quelli che meglio riescono a dare ampiezza visiva al “perimetro” che interpreta e ricchezza emozionale alla sua narratività, sempre nell’ambito del paesaggio, in superficie e all’interno più intimo, del quale ama in particolare la realtà legata al mondo contadino.
C’è consonanza e complicità tra l’autore e il mondo della terra. Il fotografo alterna con studiato equilibrio, una lettura semplice, genuina, ad una più complessa, d’impostazione concettuale, le quali coniugate, nella forma e nella sostanza, producono una tematizzazione iconica lirica di ottimi contenuti linguistici: “Poesia come riflessione umana, senza rimpianti e senza nostalgia, ma senza l’ansia del presente".